martedì 2 luglio 2013

COME SPOSARE UNA FIGLIA


Recensione di Alessandra Muroni pubblicata su Director's cult

Titolo originale: The Reluctant Debutante
Paese: USA
Anno: 1958
Cast: Rex Harrison, Sandra Dee, Kay Kendall, John Saxon, Angela Lansbury, Diane Clare, Peter Myers
Sceneggiatura: William Douglas-Home, Julius J. Epstein
Durata: 91 min.

Lord Jim Broadbent (Rex Harrison) e sua moglie Sheila (Kay Kendall) ospitano nella loro magione londinese la figlia di Jim, Jane, frutto del suo primo matrimonio e cresciuta in America. 
Jane e Sheila ancora non si conoscono che Sheila ha l'intenzione di far debuttare in società la figliastra. 
Jane non sembra interessata, ma durante gli innumerevoli party, conosce David Parkson (John Saxon), squattrinato batterista americano e se ne innamora. Ma il giovane ha fama di sciupafemmine e Sheila vorrebbe che si sistemasse con il ricco David Fenner (Peter Myers), giovane rampollo conteso con Mable Claremont (Angela Lansbury), che invece vorrebbe accasato con la figlia Claire (Diane Claire)...
The Reluctant Debutante, titolo originale di Come sposare una figlia, è una deliziosa commedia di Vincente Minnelli, che tra una giravolta e una festa, mette alla berlina la fiera della vanità dove le ragazze vengono esibite come bamboline a caccia di un trofeo, in questo caso un marito. Se poi è blasonato, tanto meglio.
In una Londra del 1958 prima della nascita della Swinging London, prima di Carnaby Street come fulcro della moda e delle minigonne di Mary Quant, le fanciulle indossavano abiti di taffetà e andavano ai balli per trovare marito e per fare il proprio ingresso in società. E in questo girotondo di waltzer e bicchieri di champagne si muove una spaesata Jane, la figlia yankee del lord inglese. 
Jane da straniera in terra straniera trova noioso questo girotondo di feste così demodé per fare conoscenze, ma Cupido è sempre in agguato e s'innamora di un giovane batterista che ha la fama essere uno sciupa femmine. Ma niente è come sembra e in una girandola di equivoci, i cattivi ragazzi sono bravi e i bravi non sono così santi. 
David Parkson e David Fenner, due ragazzi, due modi di porsi davanti alla blasonata società inglese: Mr. Parson è un giovane batterista, da un po' di vita alle soporifere con una ventata di brio, ha uno zio quasi centenario che vive in Spagna con un castello in Francia, ma preferisce lo stile un po' bohémienne di Marble Arch. Ragazzo dalle buone maniere, è famoso suo malgrado di aver disonorato una ragazza. Ma è andata veramente così? 
David Fenner è una guardia della regina a Buckingham Palace, è posato e pomposo, è il tipico ragazzo inglese con bombetta e ombrello e ogni madre vorrebbe vederlo al fianco della propria figlia, Sheila e Mable in primis. David è noioso, ma sembra affidabile, ma non è così galante con le fanciulle, e soprattutto è bravo a non farlo vedere. Perché nulla è come sembra.
Mai fidarsi delle apparenze. Anche perché mettono in moto una serie di equivoci e tanti guai. 
Se Jim vorrebbe solo un attimo di respiro e farsi una sana dormita, la svampita Sheila si prende a cuore la situazione sentimentale della figliastra, e insieme al marito vigilano su Jane, in realtà così moderna (fuma in maccchina! Però la cappotte della macchina è alzata, quindi non c'è rischio) e non così sprovveduta come sembra. 
Jane sembra destinata a stare con David Parson, anche grazie agli equivoci scatenati dalle due comari Mable e Sheila, che tra baruffe e sbagliati numeri di telefono inconsapevolmente buttano Jane tra le braccia del tenebroso batterista.
Jane non è interessata ai titoli nobiliari, s'innamora di David perché è affascinante e così alla moda, così diverso dall'arroganza di David ricco di portafogli, ma povero di buone maniere, soprattutto con il gentil sesso, con cui ha un approccio un po' aggressivo e poco da gentleman.
Minnelli pigia l'acceleratore su questo aspetto e mette in scena un teatro degli errori, con Sheila e Jim che vorrebbero essere dei genitori moderni, ma sono ansiogeni e spiano Jane dietro la porta della cucina, facendo buffe gaffe che danno ulteriore brio a questa deliziosa commedia, dove le apparenze ingannano e solo alla fine dopo tanto "caos" tornerà l'ordine e la coppia di giovani innamorati si formerà con il beneplacito delle regole sociali rispettate.
Come sposare una figlia è una critica divertita del ballo delle debuttanti e della società inglese old style, mostrando una Londra "addormentata" nelle convenzioni della ricca società inglese, che da lì a poco si sarebbe "svegliata" rivoluzionando gli usi e costumi che avrebbero, in futuro, portato non solo alle gonne di Mary Quant, ma anche al Punk e alla lotta operaia. 
Il film dell'americano Minnelli non analizza a fondo lo scontro culturale "USA Vs. UK", ma regala comunque un gusto per lo sberleffo dove la sala da ballo è il nodo sociale dell'aristocrazia londinese, ricca di galateo, presentazioni in pompa magna e danze.
In questa girandola di eventi, le donne la fanno da padrona: Kay Kendall è spumeggiante nella sua vacuità e nella buffa rivalità con la saccente e logorroica Angela Lansbury, così perfette nel loro ruolo di "cacciatrici di partiti" e divertenti per questo. Diane Clare è graziosa, mentre Sandra Dee al secondo film, è una graziosa bambolina, ma dietro l'apparente aspetto indifeso, si nasconde una futura donna consapevole di ciò che vuole.
I due David sono altrettanto all'altezza:  incarnati dal mite e fascinoso John Saxon e da un Peter Myers che crea il perfetto inglese snob arrogante, mentre Rex Harrison è un papà sornione e simpatico.
A distanza di 55 anni, Come sposare una figlia è una commedia che ancora sa far ridere  con grazia sugli usi e costumi old style.

Voto: 7,5

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